RIVALTA DI TORINO (To), Chiesa SS. Vittore e Corona.
Fuori dal centro storico, arrivando da Rivoli prendere la SP 143 in direzione Rivalta, alla prima rotatoria che s’incontra svoltare alla quarta uscita che conduce in via S. Vittore, proseguire per circa 300 metri fino a trovarsi sulla propria destra la Chiesa e il campanile.
Tipologia dell’edificio:
Chiesa di epoca romanica, a pianta rettangolare, absidata ed ornata in facciata da un semplice motivo con due coppie di archetti semicircolari che terminano le lesene, a cui viene poi addossato il portico d’ingresso. Sul lato sud si erge il campanile, con lesene angolari, terminante con il vano delle campane, aperto verso i quattro punti cardinali.
Tipologia dell’opera:
Ciclo di affreschi della prima e della seconda metà del XV secolo, una particolare Madonna che allatta, una natura morta di carattere liturgico e il motivo decorativo della cornice.
Descrizione:
La produzione degli affreschi quattrocenteschi s’inserisce all’interno del gotico internazionale e alcuni elementi fanno riferimento alla produzione del chierese Guglielmetto Fantini per le figure degli «iperbolici nasi fratturati e tali maschere della demenza bestiale» come anche « le barbe appuntite, i cappelli eccentrici […] un’antologia unica, per il realismo teatrato» di Giacomo Jaquerio nella precettoria di S. Antonio di Ranverso. (Gallo, 2003, p. 62).
Entrando nell’abside, a destra, sul piedritto dell’arco trionfale si trova la Madonna colta nell’atto di spruzzare il latte in bocca al Bambino, che si agita vivacemente, protetto dal mantello scuro, come in una nicchia. Alle spalle della Vergine è visibile una struttura architettonica, di due bifore gotiche, che si slanciano verso l’alto. Queste figure sono state attribuite da Augusta Lange ad un abile maestro ispirato ai modelli jaqueriani, per il trattamento delle vesti e per l’esecuzione dello sfondo architettonico (Gallo, 2003, p. 69).
Proseguendo verso sinistra nello sguancio sinistro della finestrella, che si apre tra San Paolo e il gruppo di apostoli di destra, si trova la natura morta di carattere liturgico: sono presenti due piccole ampolle per l’Eucarestia, un rotolo di pergamena, un aspensorio, una candela con due monete, il libro dei Vangeli ed una scatoletta per le ostie. Lo stesso motivo, leggermente variato, si ritrova nella cappella del castello di Fénis in Valle d’Aosta, che conserva opere di scuola jaqueriana (Gallo, 2003, pp. 68-69).
Dietro le ampolle ci sono delle piccole candele e un cero votivo, riposto diagonalemente e dipinto ancora fumante con tutte le gocce della colatura della cera. Lungo l’asta del cero si vedono delle monete conficcate, poste in sequenza verticale. Osservandole con un forte ingrandimento risulta riconoscibile anche il loro conio […] Queste monete sono del tempo di Ludovico di Savoia (1434-1465)(Malafronte, 2008, pp. 83-84-85).
Inoltre la pregevole fascia decorativa a motivi cosmateschi, a tessere alternate bianche e nere, sullo sfondo bordeaux, che corre sopra la teoria degli apostoli, dividendola dal catino absidale e sulla volta, contornandola lateralmente, conduce allo stesso ambito culturale. Infatti esempi analoghi si trovano a Sant’Antonio di Ranverso, a Fénis, nel presbiterio di Pianezza, e nel chiostro dell’Abbazia di Abondance (Donato, in Canavesio W. et alii (a cura di), Jaquerio e le arti del suo tempo, Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Torino 2000).
Tipologia immagine: Affresco
Cronologia: XV sec.
Articoli e Recensioni:
– P. Malafronte, Gli affreschi di San Vittore a Rivalta di Torino, Tesi di laurea rel. G. Romano, Università degli studi di Torino – Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2007-2008
– G. Pedrani, Gli ex voto di San Vittore. Storie di grazia e devozione, Alzani Editore, 2007
– E. Castelnuovo, L’arte e gli artisti ai tempi di Amedeo VIII in E. Pagella, E. Rossetti Brezzi, E. Castelnuovo, Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali, Skira, 2006, pp. 163-171
– L. Gallo, Gli affreschi quattrocenteschi della Chiesa dei Santi Vittore e Corona di Rivalta di Torino,in Bollettino S.P.A.B.A.,nuova serie LIV-LV, 2003-2004, pp. 53-82
– AA.VV. Il Piemonte Paese per Paese, Rivalta di Torino, in La Grande Enciclopedia della tua Regione, n. 94, 2003, p. 167
– Tesori del Piemonte, Rivalta di Torino. Guida ritratto della città, Editris, Torino, 2002
– A. Lange, Gli affreschi di San Vittore di Rivalta Torinese, in Bollettino S.P.A.B.A.,n.s.XXXV-XXXVII, 1981-1983
Note storiche:
La chiesa romanica di inizio XI secolo è passata in possesso di molti personaggi fino a far parte dell’Abbazia cistercense di Rivalta.
Rifacimenti e sovrapposizioni successivi hanno stravolto l’originaria struttura: nel periodo barocco (fine XVII sec.) viene ampliata con due cappelle laterali simmetriche, due nicchie destinate ad ospitare altari minori e il portico in facciata, sulla quale è dipinto un San Vittore a cavallo con corazza, datato 1706.
Durante l’epidemia di colera del 1833 le pareti interne vengono ricoperte da un intonaco rosa, occultando gli affreschi quattrocenteschi.
Sulla parete destra è stato recuperato il ciclo di affreschi raffigurante il martirio dei due Santi Titolari, che ricorda nel trattamento espressivo gli affreschi della Chiesa di San Giovanni ai Campi di Piobesi firmati da Giovanni Beltrami; mentre sulla parete sinistra il San Sebastiano, con abiti da cavaliere, si può confrontare con il San Vito di San Pietro in Pianezza.
Sono inoltre raffigurati San Martino, San Bernardino, un Santo Vescovo e San Giovanni Battista.
Nel catino absidale la decorazione presenta al centro il Cristo Pantocratore in mandorla circondato dai simboli degli Evangelisti e la teoria degli Apostoli ai suoi piedi.
Nella parte bassa del catino spiccano le figurei di San Vittore e di Santa Corona.
Sull’altare barocco è custodito in una nicchia, dietro la piccola pala, la statua del San Vittore che ogni anno viene portata in solenne processione alla chiesa parrocchiale.
Bibliografia:
– E. Pagella, E. Rossetti Brezzi, E. Castelnuovo, Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali, Skira, 2006
– S. Baiocco, Il procedere degli studi sulla cultura jaqueriana, in W. Canavesio (a cura di), Jaquerio e le arti del suo tempo, Beinasco 2000
– L. Bollosi, recensione della mostra Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale in “Prospettiva”, n.20, gennaio 1980, pag. 92
– E. Castelnuovo, G. Romano (a cura di), Giacomo Jaquerio e il Gotico Internazionale, catalogo della mostra , Torino 1979
– A. Griseri, Jaquerio e il realismo gotico in Piemonte, Torino, 1965
Note:
I restauri degli affreschi delle pareti laterali destra e sinistra sono stati eseguiti dal laboratorio Nicola di Aramengo (1998).
I restauri degli affreschi dell’abside (1996-1997), dell’affresco della facciata (2002) e dell’altare barocco (2000)sono stati eseguiti dal laboratorio Rava di Torino.
Gli interventi suddetti sono realizzati grazie al contributo della Regione Piemonte, del Comune di Rivalta di Torino e dell’Associazione “Partita di San Vittore”.
La stessa Associazione che cura le tradizionali manifestazioni in onore del Santo Patrono (maggio), denominate “La Sagra di San Vittore” si è anche occupata, negli ultimi anni di vari interventi di salvaguardia, studio, promozione e restauro nonché della conservazione dei 140 ex voto di proprietà della Cappella.
Fruibilità: visita su appuntamento: contattare l’Associazione Partita di San Vittore (tel. 011-9091186).
Rilevatore: Marina Fresia, Giulio Pedrani
Data ultima verifica sul campo: 2009-08-21