SVIZZERA, Ginevra. I perduti “san Maurizio” di Thonon-les-Bains e di Ripaille.
Chapelle Saint-Bon de Thonon-les-Bains
Giacomo Jaquerio avrebbe dipinto nel 1411 due immagini di san Maurizio: una nella cappella di Saint-Bon, l’altra nella chiesa del castello di Ripaille.
Max Bruchet, nel libro “Le Chateau de Ripaille”, Librarie Delagrave, Paris 1907, a p. 448 (nota 97) che riguarda i conti di Peronet Dupont, vicecastellano di Thonon (1409-1412), scrive che Jaquerio fu pagato per una rappresentazione di San Maurizio: “.. pro factura duarum ymaginum Sancti Mauricti, quarum una posita fuit in ecclesia Rippallie et alia in ecclesia Sancti Boni prope Thononium, ut per notam instrumenti. receptam sub anno predicto [1411], die 17 mensis junii., 13 fl. p. p. [fl.p.p. significa “florenos parvi ponderis”, “fiorini di piccolo peso”, una delle varie monete che avevano corso nel Ducato di Savoia].
La cappella, sotto il nome di Notre-Dame et Saint-Maurice, è menzionata dal 1299. Si trova nel distretto di Saint-Bon, nome di un martire del III secolo, è connessa a una torre delle antiche mura di Thonon-les-Bains che è una delle ultime vestigia delle fortificazioni della città.
Nel 1426 il servizio religioso della chiesa fu affidato ai monaci di Ripaille da Amedeo VIII, duca di Savoia. Nel 1431, il Duca acquistò una proprietà attigua alla fortezza di Thonon e fece costruire una strada, ora scomparsa (rue Saint-Bon), che toccava la cappella e andava all’attuale rue Chante-Coq.
La cappella fu saccheggiata e distrutta dai bernesi nel 1589, intervenuti in Savoia su richiesta del re di Francia Enrico III, allora in conflitto con il duca di Savoia Amedeo VIII. Fino al 1615 la cappella rimase abbandonata. Fu ricostruita nel 1615 per sollecitazione del reverendo Pierre Bouverat, sacerdote della Santa Casa.
Di conseguenza andò distrutto anche l’affresco di Jaquerio del quale nulla rimane nell’attuale cappella seicentesca, come hanno confermato (giugno 2021) dall’Ufficio Turistico di Thonon.
Chateau de Ripaille
Sopra abbiamo citato il pagamento per le due immagini di san Maurizio, di cui una da porre “in ecclesia Ripaille”, sarebbe da intendere la cappella del castello di Ripaille.
Nel 1411 Jaquero risulta abitare a Ginevra, dove operava per Amedeo VIII di Savoia, in quel periodo residente nel castello di Thonon, edificio che fu distrutto – dice Wikipedia senza fonti – nel XVII secolo e che, tra il 1411 e la fine del XV secolo, fu una delle residenze principali di Casa Savoia e che occupava l’area compresa tra l’attuale castello di Sonnaz e la cappella di Saint-Bon.
Il castello di Ripaille o Ripaglia era in origine un padiglione di legno su base in pietra al centro di una riserva di caccia. Il castello fu costruito a partire dalla metà del XIV secolo, nel 1293 fu dimora di Amedeo V di Savoia a seguito del Trattato di Saint-Jean-de-Moirans. Da allora il castello divenne dimora di caccia dei membri della dinastia dei Savoia tra cui Amedeo VI, detto il Conte Verde. Tra il 1371 e il 1388 la fortezza venne trasformata in villa di delizia da Bona di Borbone, che vi risiedette per lunghi periodi insieme al figlio Amedeo VII detto il Conte Rosso che morì prematuramente nel 1391.
A partire dal 1413 il castello venne ampliato per volere del figlio Amedeo VIII, primo duca di Savoia che, con un atto di fondazione firmato il 23 febbraio dello stesso anno, lo elevò a sede del Priorato Agostiniano di Ripaille, con la presenza stabile di un priore e di quattordici monaci a cui fu concessa una cospicua rendita.
Nel 1429 Amedeo VIII commissionò a Claude de Saix la grande ristrutturazione del maniero, conferendogli l’aspetto esteriore che conserva parzialmente tuttora.
«Lungo un tracciato rettangolare di 158 metri di lunghezza e 70 di larghezza, fu tracciato un fossato profondo sette metri. L’edificio costruito ebbe circa 100 metri di lunghezza e consisteva in una cortina solenne in cui erano incastonate sette torri circolari: una di esse era più alta per il capo dell’Ordine, cioè lo stesso duca. Ciascuna torre era fornita di una scala a chiocciola che conduceva al piccolo appartamento messo a disposizione per ciascun eremita: una camera, uno studio, una cameretta per il servitore, una cucina, un cellario; davanti a ogni torre vi era un orticello. L’accesso a questa originale Casa dei Cavalieri era dato da un ponte levatoio che fu chiamato Ponte Felice, poiché la felicità era promessa a chi lo varcava con animo buono e retto. L’edificio comprendeva anche una sala per il Capitolo dell’Ordine e una cappella dedicata a Nostra Signora. Un altro accesso attraverso la palizzata conduceva al bosco.» (Wikipedia)
L’intento di questo importante rimaneggiamento fu dunque quello di farne la sede del nascente Ordine Militare di San Maurizio che in seguito divenne l’Ordine Mauriziano. Nell’autunno del 1434 Amedeo VIII si ritirò nel maniero dopo la sua abdicazione da antipapa, accompagnato dalla corte e dai più fidati cavalieri scelti fra coloro che, secondo la regola dell’Ordine, si erano distinti per meriti.
Il castello divenne un eremo di meditazione ma anche centro di potere che Amedeo VIII, malgrado la delega di Luogotenente al figlio Ludovico, continuò a detenere fino alla morte avvenuta nel castello il 6 gennaio 1451. Fino ad allora Ripaille fu il fulcro di una raffinata corte frequentata da letterati, musicisti, ambasciatori e miniaturisti che diede lustro al piccolo ducato sabaudo ma fu anche sede dell’amministrazione finanziaria dei territori.
Dal 1559 in poi, a seguito dello spostamento della capitale ducale da Chambéry a Torino, il castello venne frequentato sempre meno dai Savoia e nel 1624 Carlo Emanuele I di Savoia lo diede in concessione all’Ordine certosino che lo adattò a convento. Nel 1793, la struttura venne assalita dai sovversivi che ivi si stabilirono ma nel 1809 tornò ad essere una dimora signorile, divenendo proprietà del generale Pierre Louis Dupas. Divenuto bene di interesse nazionale ma logorato da segni di decadimento, verso la fine dell’Ottocento la proprietà venne acquistata da Frédéric Necker Engel-Gros, un industriale tessile di Mulhouse che si occupò del restauro e della sua completa ristrutturazione interna.
Dichiarato Monument Historique de France, la famiglia Necker Engel-Gros creò una fondazione per preservare e diffondere il patrimonio culturale del castello di Ripaille; nel 1976 la discendente Elisabeth Necker Engel-Gros cedette l’intera proprietà alla Fondation Ripaille che da allora la adibì a luogo di visita e sede di eventi e manifestazioni culturali.
Purtroppo dalla Fondazione hanno confermato (luglio 2021) che:
«Sfortunatamente, di questi affreschi di Jaquerio non rimane nulla dal XVI secolo, le guerre tra Savoia e Berna hanno portato alla scomparsa di molti edifici medievali comprese le cappelle. Allo stesso modo, tutti gli elementi interni del castello furono distrutti dall’incendio del XVI secolo e il castello fu successivamente ristrutturato due volte nel XVII secolo e intorno al 1900.»
Quindi se Jaquerio eseguì affreschi nelle cappelle diSaint-Bon de Thonon-les-Bains e in quella del Castello di Ripaille nulla rimane.
Un’ipotesi formulata da Giovanni Romano (Tra la Francia e l’Italia: note su Giacomo Jaquerio e una proposta per Enguerrand Quarton, in: “Hommage à Michel Laclotte. Études sur la peinture du Moyen Âge et de la Renaissance”, Milano-Paris 1994, pp. 173-188) è che l’indicazione dei documenti dei pagamenti si potesse riferire all’incarico di dipingere alcune sculture eseguite da Jean de Prindalle, il grande maestro di origine fiamminga giunto in Savoia dopo l’esperienza borgognona, il quale ricevette nel 1412 un pagamento per una “ymage de saint Maurix” destinata a Thonon.
Purtroppo anche di queste sculture non rimane nulla e quindi questa ipotesi rimane una mera supposizione.
Autore: Angela Crosta