LANZO TORINESE (To). Pittura murale “Madonna con Bambino e Santo”.
Localizzazione e recapiti: Casa privata, al piano terra del primo edificio adiacente alla trecentesca porta turrita, detta d’Aymone, via San Giovanni Bosco 2, in una stanza interna rivolta verso la quattrocentesca piazza Gallenga.
Tipologia dell’opera: Dipinto ad affresco e tempera
Descrizione: Il dipinto è a forma di rettangolare, ha subito dei tagli sia nella parte superiore (le teste della Vergine e del Santo hanno le aureole incomplete) che nella parte destra. Rimangono, al centro, una Madonna col Bambino e, sulla sinistra, un giovane Santo non identificabile con sicurezza [in precedenza era stato proposto san Giovanni, ma Gesù e il Battista, secondo i Vangeli, erano circa coetanei e qui sono rappresentati un bambino e un giovane], raffigurato con un libro aperto fra le mani. Sulle pagine si legge, in caratteri gotici (trascrizione da Oderzo Gabrieli):
«Ave mater angelorum; Ave regina celorum; Deus in adutorium meu[m] […] gloria […] patri. Ave maria gra[tia] plena d[o]m[i]n[um] tecum benedita tu in milierib[us] et beneditus».
Le figure stanno su un fitto prato. Presumibilmente è andato perduto, sulla destra, un altro Santo oppure il committente di una probabile rappresentazione votiva.
La scena è incorniciata da una sottile bordura bicolore, realizzata in tempi recenti, in due momenti diversi.
Il viso della Vergine è simmetrico a quello della Santa martire nella parete sinistra del presbiterio della Pieve di Pianezza, e, come ipotizza Oderzo Gabrieli, tratta dallo stesso cartone rovesciato.
A favore dell’attribuzione di questo dipinto a Giacomo Jaquerio, come opera giovanile sono:
– CAVALLARI MURAT A., Lungo la Stura di Lanzo, Ist. Bancario San Paolo, Torino 1973, p. 80
– GRISERI A., Ritorno a Jaquerio, in E. CASTELNUOVO – G. ROMANO (a cura di), Jaquerio e il gotico internazionale, catalogo della mostra, Torino 1979, p. 14;
– GENINATTI L., Maestro di Forno di Lemie, 1486, in CASTELNUOVO – ROMANO (a cura di), Jaquerio e il gotico internazionale, p. 420
– ORLANDONI D.; PROLA B., Il castello di Fenis, Musumeci Editore, Quart, 1982, p. 122,
– TIBONE M.L.; CARDINO L., Lanzo e le sue Valli tra storia e arte, dodici percorsi per conoscere per salvare, Torino 1995, pp. 136-138
– CALZA C.; BONCI A., Nelle terre di Margherita di Savoia, vademecum di itinerari storico-artistici da Lanzo a Torino, Cirié 2002, pp. 22-23
Invece fu di opinione differente: A. GRISERI, Le arti alla corte di Amedeo VIII, in R. COMBA (a cura di), Storia di Torino, vol. II, Il basso Medioevo e la prima età moderna (1280- 1536), Torino 1997, p. 686 nota 234.
Notizie storiche:
Il dipinto è “databile entro il secondo decennio del XV secolo, dopo le tavole del Museo Civico (1405-1410) e prossima alla Vergine in trono di Ranverso (1413-1414)”, secondo Oderzo Gabrieli, vedasi bibliografia.
L’edificio in cui si trova l’opera, dato il pregio dell’affresco, era probabilmente di proprietà del Signore di Lanzo, che all’epoca era Amedeo VIII di Savoia. Anche sulla destinazione d’uso non si hanno notizie certe, forse sede di mercato e/o di botteghe private. La casa ha conservato le strutture medievali e il portico.
Fruibilità: Proprietà privata, non visitabile.
Bibliografia:
– ODERZO GABRIELI B., Giacomo Jaquerio e la Madonna di Lanzo Torinese, in: Studi in onore di Maria Grazia Albertini Ottolenghi, Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte Università Cattolica del Sacro Cuore, a cura di Marco Rossi, Alessandro Rovetta, Francesco Tedeschi, Quaderni di Storia dell’Arte, vol.2; Edizioni Vita e pensiero, Milano 2013, pp. 45-9
Vedi allegato: Giacomo Jaquerio e la Madonna di Lanzo
Data compilazione scheda: marzo 2019
Nome del compilatore: Angela Crosta