AVIGLIANA (To). Santuario della Madonna dei Laghi, Pilone con affresco Madonna che allatta il Bambino.
Il Santuario si trova sulla strada provinciale 589, nel tratto che percorre la sponda orientale del lago Grande di Avigliana.
Descrizione:
Il Santuario deve la sua origine alla devozione per l’immagine della Madonna del Latte, affrescata su un pilone edificato nel luogo dove ora sorge il santuario. Quest’opera viener accostata da alcuni critici, sia pure timidamente, alla cultura artistica di Giacomo Jaquerio.
Tipologia immagine: Affresco
Periodo artistico: – da Cesare A. Ponti, Vecchia Avigliana – Storia dalle origini alla fine del XIX sec., Susalibri, 2011
“Dietro l’altare, sull’originario pilone al centro del coro, si trova l’antico affresco della Madonna che allatta il Bambino: quest’opera viene accostata da alcuni critici, sia pure timidamente, alla cultura artistica di Giacomo Jaquerio, pittore di notevoli capacità che tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 operò anche nelle vicinanze di Avigliana, più precisamente a Pianezza ed a Sant’Antonio di Ranverso.
Nel 1760, per conservare la memoria di questa primitiva immagine, i Padri Cappuccini la fecero riprodurre dal Bolteman sulla facciata opposta del vecchio pilone.”
– da Natale Maffioli, Il Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, Avigliana 2011.
“L’immagine di Avigliana è altamente coinvolgente: seduta su un seggio coronato da cuspidi con piccoli stendardi, Maria, dopo essersi slacciata la veste, porge il seno al piccolo Gesù, entrambi guardano il fedele che si sofferma in preghiera. Le vesti sono semplici: una tunica rossa e un manto nero foderato di bianco per la Madre e una vestina verde per il piccolo Gesù; alcune finezze sottolineano la cura con cui le figure sono state realizzate: le aureole, il colletto dell’abito del piccolo Gesù, il bordo della veste e la cintura della Madonna sono decorati con bottoni in pastiglia, forse un tempo dorata.
Il pilone fu fatto segno di attenzione e di devozione, ma, stando a quanto scrive lo storico del santuario il padre Placido Bacco da Giaveno, nel 1447, per ordine di Ludovico di Savoia (1413-1465), fu rinnovato e l’immagine, forse corrosa dagli agenti atmosferici, fu ridipinta secondo il gusto del tempo, ed è quella che vediamo ancor oggi…
L’immagine del pilone può essere considerata come un prodotto tipico della cultura figurativa denominata gotico internazionale. Avigliana non è distante dall’asse che congiunge Sant’Antonio di Ranverso a Pianezza teatro delle imprese di Giacomo Jaquerio (1375 c. – Torino, 1453), uno dei più significativi pittori che operarono al di qua delle Alpi Occidentali nei primi decenni del Quattrocento. Le immagini che popolano il presbiterio e la sacrestia della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso e quelle che animano l’absidemaggiore della Pieve di San Pietro a Pianezza testimoniano un gusto che fu anche del pittore del pilone di Avigliana.”
Cronologia: XV sec.
Note storiche:
Nel 1760, per conservare la memoria di questa primitiva immagine, i Padri Cappuccini, la fecero riprodurre dal Boltenan sulla facciata opposta del vecchio pilone (Cesare A. Ponti, Vecchia Avigliana, Storia dalle origini alla fine del XIX sec., Susalibri 2011 – vedi sotto).
All’immagine si rivolgevano le donne incinte o che allattavano, e quelle che desideravano avere figli; fra queste, secondo la tradizione, anche Bona di Borbone, moglie di Amedeo VI, il Conte Verde, che divenne madre nel 1360 di Amedeo VII, il futuro Conte Rosso.
Verso la fine del Trecento attorno al pilone si eresse un sacello; nel 1622 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova chiesa, che dell’edificio originario conservò solamente il presbiterio con l’antico pilone, e fu consacrata nel 1643.
La struttura è a pianta centrale, con il vano principale, di forma ovale, su cui si aprono due cappelle laterali e il presbiterio, a sua volta affiancato da due ambienti; dietro il presbiterio fu edificato il coro, al centro del quale, nel 1912, si costruì un nuovo pilone in sostituzione di quello antico.
La facciata è preceduta da un pronao con quattro colonne; il timpano e l’arco trionfale sono affrescati.
Il campanile, a base triangolare, nel 1765 sostituì quello precedente, demolito perché pericolante.
Negli anni venti del Seicento il Santuario, precedentemente affidato agli agostiniani, passò ai cappuccini; attualmente è retto dai salesiani.
Dai Savoia nel corso del tempo il Santuario fu progressivamente arricchito con le donazioni di pregevoli opere d’arte, tra cui si possono ricordare alcune tele: S. Michele Arcangelo di Antonio Maria Viani, S. Maurizio Martire di Guido Reni, la copia di un’opera di Caravaggio, la Madonna dei Pellegrini, e rappresentazioni di Santi francescani.
Rilevatore: Feliciano Della Mora
Data ultima verifica sul campo: 2012-11-18