PIANEZZA (To). Pieve di San Pietro. Scheda 3

Si raggiunge Pianezza (325 slm) da Torino (Km. 13) percorrendo la statale n.24 oppure con i mezzi pubblici: pullman linea 32 e 34.
La Pieve si trova in via Maria Bricca.
Il termine “Pieve” nell’antichità indicava la comunità dei fedeli, in seguito designò l’edificio e il territorio in cui si era stanziata la comunità. L’abside, la volta e parte delle navate laterali sono affrescate da Giacomo Jaquerio e dalla sua scuola.

Descrizione:

La Pieve è il monumento più antico di Pianezza, la costruzione risale alla metà del XII secolo.
Sorge su un sito destinato al culto fin dall’antichità, ricco di reperti romani. E’ tipico delle Pievi del triangolo Asti-Torino-Casale  sorgere  su templi o edicole pagane. La costruzione si trova a strapiombo sulla Dora, lungo la cui riva correva la Via Francigena.
La struttura della Pieve è a navata unica. La facciata è a capanna, ripartita da quattro lesene, ornata da archetti pensili sotto il profilo del tetto. Un arco in mattoni  sovrasta il portale, sostenuto da piedritti in cui le fasce di mattoni si alternano a quelle in pietra, formando un motivo decorativo semplice ma elegante.
Nel periodo gotico la Pieve fu ampliata col rifacimento dell’abside e l’aggiunta delle navate laterali. L’arretramento della navata destra, determinato dal crollo dello spigolo in prossimità del fiume per un probabile cedimento del terreno, non disturba l’equilibrio asimmetrico indotto dalla posteriore costruzione della facciata sinistra, gotica e chiusa sotto il tetto da una fascia di archetti trilobati in laterizio. Un rosone in marmo bianco, finemente traforato e fasciato da rossi motivi floreali in cotto, decora la parte sinistra della facciata. Per la costruzione si è fatto largo uso dei vicini ciottoli di fiume, a volte disposti a lisca di pesce.
La decorazione pittorica fu iniziata da Giacomo Jaquerio e dalla sua scuola nei primi decenni del 1400. La mano del maestro si evidenzia nella parete dell’abside con la Crocifissione e con le figure della Vergine, di San Giovanni, della Maddalena ed altre sante (scheda 1).
L’opera degli allievi si riconosce negli Apostoli del sottarco, negli Evangelisti della volta e nell’Annunciazione. Le storie di San Pietro e San Giovanni Battista, sulle pareti laterali, non più completamente leggibili, riprendono modelli utilizzati anche in altre opere. A Giacomo Jaquerio è attribuito anche il San Michele nel sottarco della navata sud (scheda 2).
La cappella di san Biagio è di altra mano meno felice. La cappella dei Provana, feudatari del luogo dal 1360, è affrescata da un pittore rinascimentale con scene della vita di San Giovanni Battista, delicati paesaggi e animali fantastici. La navata centrale conserva resti di affreschi fra cui un martirio di San Sebastiano attribuito a Aimone Duce (scheda 3).
Accanto al portale, un affresco cinquecentesco raffigura un santo protettore davanti ad un castello o ad una città in fiamme. E’ probabile che si riferisca ad un avvenimento locale.
Le vetrate istoriate dell’abside, il tabernacolo ligneo dipinto e il fonte battesimale sono stati trasferiti nei musei di Torino (G. Adorno – C. Bertolotto – A.R. Nicola- V. Parodi, Scoprire Pianezza, Tipografia FB, Alpignano 2003; Anna Maria Marcoccio, Pieve di San Pietro, Gli amici dell’Arte, Pianezza 2003).

Tipologia immagine: Affresco

Cronologia: XV sec.

Note storiche:

L’antica Pieve di san Pietro compare in un atto del 26 gennaio 1159 con cui Federico Barbarossa conferma a Carlo, vescovo di Torino, ampi diritti di giurisdizione pubblica sulla città e sul distretto che la circonda per dieci miglia, comprendendo Pianezza, il castello, la pieve e l’esercizio di ogni altro diritto riservato all’Imperatore (Gabotto-Barberis, Le carte dello Archivio Arcivescovile di Torino fino al 1310, BSSS 36, Pinerolo 1906, doc.24,p.31ss).

Dunque la pieve era nata prima, quando fu costruita non si sa con certezza.

Il male peggiore per la pieve fu la drammatica fine della  funzione per cui era nata, cioè luogo di culto per tutti i pianezzesi. Fu il famoso Marchese di Pianezza Giacinto Siriana che, per favorire la sua politica, si ingerì negli affari ecclesiastici del luogo e fece togliere alla Pieve ogni giurisdizione sui fedeli di Pianezza spostando la titolarità di parrocchia alla chiesa di San Paolo.

La pieve divenne presto un peso di inutile e costosa manutenzione e fu troppo facile utilizzarla come ricovero di attrezzi agricoli.

Nella prima metà del XIX secolo, alla pieve furono sottratte le cinquecentesche vetrate istoriate e collocate in una abitazione privata  del re d’Italia.

Lo studio del monumento avvenne solo nel corso del XX secolo e nella primavera del 2002, l’Amministrazione comunale ha fatto eseguire i restauri degli affreschi (G. Adorno – C. Bertolotto – A.R. Nicola- V. Parodi, Scoprire Pianezza, Tipografia FB, Alpignano 2003).

Bibliografia:
– G. Adorno – C. Bertolotto – A.R. Nicola- V. Parodi, Scoprire Pianezza, Tipografia FB, Alpignano 2003
– Anna Maria Marcoccio, Pieve di San Pietro, Gli amici dell’Arte, Pianezza 2003
– E. Olivero, L’antica Pieve di Pianezza, ricerche storico-artistiche, Torino1992
– F. De Caria, D. Taverna, La Pieve di San Pietro, Pianezza 1994

Note:

http://www.borgodipianezza.it/pieve2.htm
http://www.provincia.torino.it/turismo/cittarte/2002/pianezza.htm

http://www.comune.pianezza.to.it/compaginagt.asp?id=645&S=4922&C=1

Fruibilità:
La pieve è aperta in occasione della manifestazione Città d’Arte. Si può richiedere di visitarla previa telefonata all’ufficio cultura del comune di Pianezza (t. 0119670204- 0119670217).

Rilevatore: Francesca Barzan (francescabarzan@virgilio.it)

Data ultima verifica sul campo: 2008-12-30