MONDOVI (Cn), Cappella di Santa Croce o di San Magno.
Localizzazione e recapiti:
Carta Touring Club Italiano 1:225000.
Si raggiunge Mondovì uscendo al casello di Mondovì dell’autostrada Torino – Savona, oppure da Cuneo percorrendo la statale 564.
La cappella si trova nella Borgata Santa Croce, sulla strada che collega Mondovì Piazza al santuario di Vicoforte.
Descrizione:
Le pareti della cappella e la volta a crociera sono interamente coperte da affreschi che rappresentano la vita di Cristo. Particolarmente interessante è la Salita al Calvario, sulla volta, che riproduce lo schema compositivo della Salita jaqueriana in S. Antonio di Ranverso: anche in S. Magno la scena ha inizio a sinistra con il gruppo delle pie donne e ha al centro la figura di Cristo, mentre lo sfondo è movimentato dalle lance.
Lo spazio ristretto rispetto a Ranverso contribuisce a rendere la scena più statica e compressa.
Tipologia monumento:
Tipologia immagine: Affresco
Periodo artistico:
Gli affreschi secondo A. Griseri sarebbero opera di un pittore della cerchia di Giovanni Mazzucco, attivo fin dal 1454 e documentato ancora nel 1491; l’esecuzione dell’opera sarebbe quindi da collocarsi nella seconda metà del XV secolo.
Cronologia: XV sec.
Materiale informativo ed illustrativo:
Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Piemonte, Milano 1976, pag. 276.
Note storiche:
Secondo alcune fonti, la cappella esisteva già nel 1297 e probabilmente apparteneva ad un convento di Domenicani, che si erano insediati a Mondovì fin dal 1247 fuori delle mura, e che nel 1395 si erano trasferiti sulla cima più alta del colle dove avevano edificato il nuovo convento e la grande chiesa di San Domenico che fu distrutta nel 1573 per far posto alla Cittadella.
La cappella era allora un piccolo spazio quadrato coperto con volta a crociera ogivale ed aperto sulla strada con arcata che probabilmente era chiusa solo con un cancello di legno.
Nei secoli XVII – XVIII venne ampliata sul davanti, protetta con un profondo portico e dotata del campanile trinagolare.
Semplice e ripetitivo il modello architettonico, molto diffuso nelle nostre campagne, è invece importantissimo il ciclo di affreschi che ricopre completamente lo spazio originario ed il sottarco di ingresso, specialmente per l’unità tematica, l’Esaltazione della Croce, e per la pregevole maestria dell’esecuzione che è ritenuta l’ultima fatica nota del maestro Antonio Dragone da Monteregale, che in una volta della vela lasciò due volte l’immagine del drago nero che era la sua firma.
Gli affreschi sono databili attorno al 1470.
Nella parete dietro l’altare è svolto il tema della Croce Vivente o "brachiale" tra S. Gregorio a sinistra e Bonaventura, non ancora santo, a destra. La rarissima iconografia, unica nel Monregalese, raffigura la croce a cui è appeso il Cristo che prolunga in forma di mano i suoi bracci: quella verticale, impugnando una chiave, apre la porta della "città celeste", il Paradiso; quella del braccio di destra pone una corona sulla testa della Chiesa di Cristo che ha alle spalle la Madonna; quella di sinistra infigge una spada nella testa incoronata della Sinagoga che cavalca un capro acefalo ed ha alle spalle Eva. Si ritiene che anche il braccio della croce infisso nel terreno, distrutto dall’altare barocco a parete, si prolungasse in una mano che scardinava la porta del Limbo, per liberare i giusti del tempo prima della Redenzione.
La complessa composizione è allegoria della supremazia della chiesa cattolica su quella ebraica ed espressione della violenta mentalità antisionista del Medioevo.
Nelle quattro vele della crociera saldate da vistosi crostoloni sono raffigurati il Cristo Pantocratore, la Flagellazione, la Salita al Calvario e la Deposizione dalla Croce, nella lunetta della parete di destra strumenti e simboli della Passione attorniano il Cristo che esce con il busto dal sepolcro con le braccia aperte, nella composizione abbastanza diffusa che è detta del Cristo di Pietà o anche Trofeo araldico delle Armi di Cristo; nella lunetta della parete di sinistra si dispiega una dinamicissima Resurrezione.
Altre raffigurazioni appaiono sulle due pareti laterali: una Madonna con Bambino tra i santi Pietro da Verona domenicano e Bernardino da Siena francescano, e sullo sfondo di una nicchia una delicata ed elegante S. Elena accanto alla croce ritrovata.
Una fascia che attraversa a mezza altezza le pareti laterali reca dei medaglioni rotondi con i busti degli Apostoli, sei per parte, collegati da bianchi cartigli con scritti i versetti del Credo, e nel sottarco di ingresso stanno, inquadrati in leggere edicole cuspidate, i santi Domenico e Stefano a sinistra e Francesco e Lorenzo a destra.
Bibliografia:
– P. GASCO, (a cura di), Antichi affreschi del Monregalese, Cuneo 1965, pagg. 3-7, e Appendice a cura di G. RAINERI, p. 8.
– A. GRISERI, Jaquerio e il realismo gotico in Piemonte, Torino 1965, pag. 134 n. 125.
– N. CARBONERI, Antologia artistica del Monregalese, Torino 1971, pagg. 23-25.
Url: x
Note:
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Fruibilità:
Per la visita occorre rivolgersi a una persona che risiede nelle vicinanze.
Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti, Feliciano Della Mora
Data ultima verifica sul campo: 2008-12-01T00:00:00