BUTTIGLIERA ALTA / ROSTA (To), Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso – Scheda 6 – Oratorio di Jean de Montchenu.

IGC 17 (1:50000) Torino – Pinerolo e Bassa Val di Susa – Precettoria di S. Antonio di Ranverso.

Per giungere alla Precettoria si segue la statale 25 del Moncenisio e, pochi chilometri dopo Rivoli Torinese, si imbocca sulla sinistra un viale alberato (indicazione Rosta).
La Precettoria è situata al centro di una zona agricola, tra i comuni di Buttigliera Alta e Rosta; il confine passa in corrispondenza del campanile.
La chiesa, all’interno della quale si trovano i cicli affrescati da Jaquerio, appartiene al complesso della Precettoria, in cui rientrano anche il convento, l’ospedale (di cui resta solo la facciata), e alcune cascine.

Descrizione:
I cicli affrescati da Jaquerio si trovano all’interno della chiesa, e precisamente: gli episodi della vita della Vergine nella terza cappella della navata sinistra; le storie di S. Biagio nella navata destra; la Vergine con il Bambino e santi, re e profeti dell’Antico Testamento sulla parete sinistra del presbiterio; episodi della vita di S. Antonio Abate sulla parete destra del presbiterio; nella cappella adibita a sacrestia sono affrescati l’Annunciazione, la Preghiera nell’Orto, la Salita al Calvario, S. Pietro e S. Paolo, gli Evangelisti.

Oratorio di Jean de Montchenu (il primo dei due cellerari con questo nome): nell’oratorio (non aperto al pubblico) un affresco rappresenta la Crocifissione e tre santi, con Jean de Montchenu come offerente presentato dall’Arcangelo Michele; l’arcangelo vestito con una corazza di parata, coperto da un grande mantello, coronato da un diadema che reca in punta una crocetta gemmata, regge con la mano sinistra la bilancia..

Periodo artistico: Gli affreschi di Jaquerio all’interno della chiesa sono stati eseguiti in momenti diversi, e si collocano nei primi decenni del XV secolo.

Cronologia: XV sec.

Note storiche:
La cronologia attribuita agli affreschi poggia sul resoconto della visita pastorale del 1406, che descrive i lavori eseguiti, in esecuzione o previsti (in particolare interventi nella cappella con le storie della Vergine e nella cappella di S. Biagio) e sulle testimonianze tramandate negli archivi relative alle date dei soggiorni di Jaquerio a Torino.
Un ulteriore contributo può venire dalla presenza come cellerario a Ranverso del primo Jean de Montchenu, che rivestì la carica, come risulta dai documenti dell’ordine Mauriziano, dal 1430 al 1458.
Una prima fase di attività, tra il 1401 e il 1429, vede Jaquerio alternare soggiorni a Ginevra con altri a Pinerolo, come pittore di corte presso gli Acaia, e a Torino presso il duca di Savoia Amedeo VIII, dove riveste il medesimo incarico soprattutto dopo che, nel 1418, estintosi il ramo degli Acaia, i loro possedimenti passano ai Savoia.
Nella seconda fase, tra il 1429 e il 1453, anno della morte, sembra aver avuto residenza più stabile a Torino, quando ormai si era conclusa la fase più innovativa della sua opera.

Bibliografia: [si citano solo alcuni tra i numerosissimi contributi dedicati all’intervento di Jaquerio].
 – A. GRISERI, Jaquerio e il realismo gotico in Piemonte, Torino 1965.
 – A. GRISERI, Ritorno a Jaquerio, in E. CASTELNUOVO e G. ROMANO (a cura di), Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale, Torino 1979, pagg. 3-29.
 – E. CASTELNUOVO, Giacomo Jaquerio e l’arte nel ducato di Amedeo VIII, ibidem, pagg. 30-57.
 – G. ROMANO, Storie della vita della Vergine, ibidem, pagg. 393-397.
 – ORDINE MAURIZIANO (a cura di G. GIACCAGLIA), Sant’Antonio di Ranverso, Cavallermaggiore 1990, pagg. 69-107.
 – A. GRISERI, A Ranverso con Jaquerio. Nuovi documenti, in AA.VV. Theatrum Mauritianum, Milano 1992, pagg. 13-27.
 – A. GUERRINI, Una nuova “Imago Pietatis”, ibidem, pagg. 56-58.
 – M. PICCAT, L’uomo con i chiodi nella Salita al Calvario, ibidem, pagg. 63-69.
 – W. CANAVESIO, (a cura di), Jaquerio e le arti del suo tempo, Torino 2000.
 – G. GRITELLA (a cura di), Il colore del gotico, Savigliano 2001 (per i restauri agli affreschi e alla chiesa eseguiti tra il 1999 e il 2001).
 – E. CASTELNUOVO, L’arte e gli artisti al tempo di Amedeo VIII, in E. PAGELLA – E. ROSSETTI BREZZI – E. CASTELNUOVO (a cura di), Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi Occidentali, Ginevra – Milano 2006, pagg. 148-150.
 – S. BAIOCCO, S. CASTRONOVO, E. PAGELLA, Arte in Piemonte. Il Gotico, Ivrea, pagg. 107-114.

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Note:
Nel 1911 sono stati avviati restauri, che hanno interessato la struttura della chiesa nel suo complesso; durante questo intervento sono stati scoperti gli affreschi delle storie della Vergine e della parete settentrionale del presbiterio, precedentemente coperti da uno strato di calce.
Questo ha permesso, grazie alla messa in luce della firma di Jaquerio, di attribuire al pittore torinese i cicli affrescati nella chiesa.
Un nuovo lotto di restauri è stato realizzato tra il 1999 e il 2001; gli affreschi jaqueriani interessati dall’intervento sono stati le storie di S. Biagio e le storie di S. Antonio Abate.

Fruibilità: L’oratorio non è aperto al pubblico.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 2008-11-30T00:00:00